GeoStrategia Digest #41
GeoStrategia è un servizio di analisi di Stroncature che si occupa di questioni strategiche e sicurezza internazionale, intese quali nuove variabili indipendenti che si impongono agli Stati e alle aziende, in un contesto globale dove l’ordine internazionale si va configurando non più secondo le logiche della convenienza economica e della competitività ma secondo quelle più antiche di amico e nemico. Particolare attenzione è dedicata all’industria della Difesa, e le sue implicazioni in termini di sviluppo scientifico e tecnologico e sulla competitività delle economie nazionali. Tutti i contenuti sono riservati agli abbonati a Geostrategia.
Eutelsat e l’autonomia strategica europea
Il recente investimento di 163 milioni di euro da parte del governo britannico in Eutelsat, azienda francese attiva nel settore satellitare e fusa nel 2022 con la startup britannica OneWeb, va letto all’interno del quadro delle priorità strategiche dell’Unione europea. Considerata l’unica realtà europea in grado di competere con il dominio di Starlink nel segmento dei satelliti in orbita bassa (LEO), Eutelsat occupa una posizione centrale negli sforzi dell’UE per ridurre la dipendenza da infrastrutture critiche extraeuropee e rafforzare la propria sovranità tecnologica. L’azienda fornisce servizi di comunicazione satellitare a uso civile, governativo e militare, pienamente coerenti con l’agenda europea sull’innovazione dual-use e con gli obiettivi strategici delineati nello Strategic Compass del 2022 e nella EU Space Strategy for Security and Defence del 2023.
Germania, 1.000 Leopard e 2.500 Boxer: il ritorno della potenza corazzata
L’annuncio da parte del governo tedesco di voler acquistare fino a 1.000 carri armati Leopard 2 e 2.500 veicoli blindati Boxer rappresenta una svolta industriale e strategica di portata storica per la Bundeswehr e per l’intera industria della difesa europea. Con un valore stimato di circa 25 miliardi di euro, l’operazione si inserisce nel più ampio quadro della ridefinizione del ruolo militare della Germania all’interno della NATO, in risposta alla crescente minaccia russa e alla necessità di rafforzare la capacità di deterrenza e difesa dell’Alleanza sul fianco orientale. Il piano prevede che una parte significativa dei mezzi venga consegnata entro il 2029, data che molti osservatori indicano come il punto critico per un possibile attacco russo contro territori NATO. Il riarmo tedesco si articola in parallelo con la riforma delle regole di procurement, volte ad accelerare le procedure e a garantire flussi produttivi più stabili e prevedibili.
ReArm Europe: alleanze tra gruppi della Difesa statunitensi ed europei
L’invasione russa dell’Ucraina ha spinto gli Stati membri dell’UE e la NATO ad annunciare sostanziosi aumenti delle spese militari. Secondo dati ufficiali dell’UE, tra il 2021 e il 2024 la spesa difensiva dei Paesi membri è cresciuta di oltre il 30%, raggiungendo circa 326 miliardi di euro (circa il 1,9% del PIL) nel 2024. I governi europei hanno inoltre concordato obiettivi ambiziosi: il vertice NATO del 2023 ha visto l’adozione del 5% del PIL come nuovo target collettivo per gli investimenti in difesa, mentre la Commissione europea ha varato il piano “ReArm Europe” che metterebbe sul tavolo fino a €800 miliardi (tra prestiti ai Paesi e incentivi) per modernizzare le forze armate europee. Questi numeri straordinari rendono il continente uno dei mercati in più rapida crescita al mondo nel settore della difesa. Allo stesso tempo, l’amministrazione Trump aveva alimentato tensioni chiedendo agli alleati europei di fare di più per la propria difesa e allo stesso tempo minacciando di ridurre il sostegno statunitense. Tale incertezza ha aumentato in Europa sia la volontà di rafforzarsi autonomamente, sia i timori sul trust nei confronti di Washington e sulle conseguenze di regolamenti vincolanti come l’ITAR.