La strategia degli Stati Uniti nei confronti delle potenze revisioniste – principalmente la Cina e, in misura minore, la Russia – sta assumendo tratti sempre più somiglianti alla dottrina del “contenimento” applicata durante la Guerra Fredda contro l’URSS. Negli ultimi anni, Washington ha abbandonato l’approccio di engagement e integrazione che aveva caratterizzato i decenni post-Guerra Fredda per adottare un’impostazione di competizione strategica a lungo termine, volta a limitare l’espansione dell’influenza cinese e a contrastare l’aggressività russa. Questo cambio di paradigma è stato evidenziato in documenti come la National Security Strategy e la National Defense Strategy statunitensi, che definiscono esplicitamente la Cina come “competitor strategico” e maggiore sfida all’ordine internazionale. Viene spesso evocata l’idea di una “nuova Guerra Fredda” tra Stati Uniti e Cina, con la Russia come attore secondario ma pur sempre antagonista. La domanda cruciale è se la politica americana stia effettivamente riproponendo il contenimento di Kennan in chiave contemporanea e quali siano le analogie e differenze rispetto alla prima Guerra Fredda.
© 2025 Stroncature
Substack è la casa della grande cultura