GeoStrategia Digest #45
GeoStrategia è un servizio di analisi di Stroncature che si occupa di questioni strategiche e sicurezza internazionale, intese quali nuove variabili indipendenti che si impongono agli Stati e alle aziende, in un contesto globale dove l’ordine internazionale si va configurando non più secondo le logiche della convenienza economica e della competitività ma secondo quelle più antiche di amico e nemico. Particolare attenzione è dedicata all’industria della Difesa, e le sue implicazioni in termini di sviluppo scientifico e tecnologico e sulla competitività delle economie nazionali. Tutti i contenuti sono riservati agli abbonati a Geostrategia.
Tecnologie strategiche per la difesa europea
Negli ultimi anni, la trasformazione dello scenario geopolitico europeo ha spinto le istituzioni dell’Unione Europea e della NATO a ridefinire radicalmente le priorità tecnologiche e industriali in ambito difensivo. La guerra in Ucraina ha evidenziato la necessità di rafforzare la prontezza operativa e la resilienza strategica, accelerando l’adozione di tecnologie emergenti e dual-use. Le principali aree di intervento identificate comprendono intelligenza artificiale, sistemi autonomi, tecnologie quantistiche, cybersicurezza, materiali avanzati e capacità spaziali. A sostegno di questa nuova agenda, sono stati attivati strumenti come il Fondo europeo per la difesa (EDF), la NATO Innovation Fund e il programma ASAP per la produzione accelerata di munizioni. L’obiettivo comune è potenziare l’autonomia strategica dell’Europa, ridurre le dipendenze critiche e assicurare la superiorità tecnologica in un contesto di minacce crescenti e sfide multi-dominio.
L’ecosistema europeo dei droni: tecnologie emergenti, filiere strategiche e opportunità industriali
La catena del valore europea dei sistemi senza equipaggio – aerei (UAV), terrestri (UGV), navali di superficie (USV) e sottomarini (UUV) – sta vivendo una rapida espansione strutturale, alimentata da fattori convergenti: necessità operative post-Ucraina, finanziamenti pubblici straordinari, maturazione tecnologica e attenzione politica verso l’autonomia strategica. La struttura della filiera si articola in tre segmenti principali: upstream (componenti abilitanti), midstream (piattaforme e integrazione) e downstream (servizi operativi). In ciascuno di essi operano PMI e startup europee ad alto potenziale, oggi ancora sottocapitalizzate ma con prodotti già testati, partner industriali e accesso a programmi UE–NATO. Questi soggetti non competono con i grandi integratori in progetti legacy, ma presidiano nicchie strategiche: sensoristica autonoma, motori leggeri, algoritmi di navigazione, sistemi anti-drone e logistica automatizzata. Per gli investitori istituzionali, la ricognizione puntuale di tali attori rappresenta oggi uno strumento essenziale per intercettare ritorni futuri e contribuire alla sovranità tecnologica europea.
La filiera dei droni ucraini: crescita, dipendenze e prospettive strategiche
Dall’invasione russa del 2022, l’industria ucraina dei droni ha conosciuto un’espansione senza precedenti, trasformandosi da rete artigianale in un sistema produttivo integrato e strategico. Se nel 2022 la produzione era ancora marginale, nel 2024 il volume industriale risultava 35 volte superiore, secondo stime indipendenti. Questa crescita è stata possibile grazie a un mix di fattori: urgenza bellica, deregolamentazione accelerata, incentivi fiscali e iniziative di co-sviluppo pubblico-privato. Il governo ha promosso l’innovazione attraverso fondi dedicati, agevolazioni amministrative e eventi come hackathon per risolvere problemi tecnici sul campo. L’Ucraina si è così affermata come uno dei principali produttori di droni nel mondo occidentale, guadagnando attenzione sia sul piano operativo che industriale, e attirando l’interesse di investitori, governi e analisti di sicurezza a livello europeo.
Acciaio per la difesa: carenze, strategie e nuove opportunità in Europa
Mentre l'Europa ridefinisce il proprio assetto difensivo, una variabile poco visibile ma decisiva emerge con forza: l'approvvigionamento di acciaio certificato per usi militari. A dispetto di un apparente surplus nella produzione mondiale di acciaio, esiste una carenza critica proprio nei materiali speciali richiesti per la realizzazione di carri armati, veicoli blindati e munizionamento pesante. La questione non riguarda la quantità, ma la capacità e il controllo della produzione: solo pochi operatori europei sono oggi in grado di rispettare gli standard tecnici e regolatori necessari per fornire questo tipo di acciaio, mentre la domanda cresce rapidamente. I governi stanno rispondendo con politiche di procurement più selettive, orientate a favorire i fornitori nazionali e a integrare le catene produttive a monte nei programmi della difesa. Si sta delineando una riorganizzazione silenziosa, destinata a modificare la struttura industriale europea, ridefinire le priorità di investimento e incidere sulla credibilità di lungo periodo dei piani di riarmo continentali.
Francia e Regno Unito rafforzano l’asse nucleare e industriale europeo
Il vertice franco-britannico di luglio 2025 ha segnato un’evoluzione significativa nell’architettura strategica europea. Pur riaffermando l’indipendenza dei rispettivi arsenali nucleari, Parigi e Londra hanno sottoscritto la Dichiarazione di Northwood, con cui si impegnano a consultarsi politicamente in caso di minaccia estrema all’Europa. In un contesto segnato dalla crescente aggressività russa e dall’incertezza sulla proiezione strategica statunitense, il documento attribuisce a Francia e Regno Unito il ruolo di garanti nucleari impliciti del continente. Si consolida così un deterrente euro-atlantico a doppio perno, capace di reagire in autonomia pur restando all’interno del perimetro NATO. La Dichiarazione rappresenta il più solido segnale finora emerso verso una convergenza nucleare europea de facto, senza formalizzazioni istituzionali.